Allergie alimentari: cosa sono, diagnosi, dieta

Se hai scoperto o hai il sospetto di avere un’allergia o intolleranza alimentare oppure se il problema riguarda una persona a te cara e vorresti saperne di più, questo è l’articolo che fa per te. Vedremo cosa sono le allergie, come si diagnosticano, cosa comportano e in cosa differiscono dalle intolleranze alimentari. Le allergie alimentare sono un tema molto delicato che coinvolge un’ampia fascia di popolazione. Ne sentiamo parlare sempre più spesso ma quanti di noi sanno nel dettaglio di cosa si tratta, cosa comportano e come vanno trattate? Per rispondere a questa e ad altre importanti domande, ci siamo rivolti alla professionalità e all’esperienza della Dott.ssa Daniela Carrisi.

Che cosa sono le allergie alimentari?

[/vc_custom_heading][vc_column_text]L’allergia alimentare è una reazione avversa a una o più molecole contenute in un dato alimento che il sistema immunitario riconosce come estranee. Queste molecole sono definite allergeni o antigeni e nella quasi totalità dei casi sono rappresentate da substrati proteici.

Un allergene, che nella maggioranza delle persone è del tutto innocuo, nel soggetto allergico innesca una catena di reazioni mediate dal sistema immunitario, tra cui la produzione di anticorpi, che a loro volta determinano il rilascio di molecole organiche (istamina in primis), responsabili dell’insorgenza dei sintomi.

Le allergie alimentari sono dose indipendenti in quanto anche una minima quantità di alimento può scatenare delle reazioni anche molto gravi.

Quali sono gli alimenti più comuni che provocano allergie?

Gli allergeni alimentari possono presentarsi in forma facilmente riconoscibile o mascherati nel cibo come componenti aggiuntivi. I principali allergeni alimentari sono 14 e sono riportati nell’All.2 del Reg. UE 1169/2011:

  1. Cereali contenenti glutine (grano, orzo, segale, avena, farro, kamut o i loro ceppi ibridati) e prodotti derivati; 
  2. Crostacei e prodotti derivati; 
  3. Uova e prodotti derivati; 
  4. Pesce e prodotti derivati; 
  5. Arachidi e prodotti derivati;
  6. Soia e prodotti derivati; 
  7. Latte e prodotti derivati (compreso lattosio); 
  8. Frutta a guscio e prodotti derivati; 
  9. Sedano e prodotti derivati; 
  10. Senape e prodotti derivati; 
  11. Semi di sesamo e prodotti derivati; 
  12. Anidride solforosa e solfiti in concentrazioni superiori a 10 mg/kg o mg/l espressi come SO2; 
  13. Lupino e prodotti a base di lupino; 
  14. Molluschi e prodotti a base di mollusco. 

Quali sono i sintomi delle allergie alimentari?

I sintomi delle allergie alimentari, in funzione della severità e pericolosità, possono essere raggruppati in due categorie:

  • Sintomi più comuni: Prurito al cavo orale e alla faringe, orticaria, prurito cutaneo o eczema. Gonfiore delle labbra, del viso, della lingua. Asma, congestione nasale o problemi respiratori. Dolore addominale, diarrea, nausea o vomito.Vertigini, svenimenti, emicrania, capogiri
  • Sintomi associati allo shock anafilattico: Costrizione delle vie respiratorie. Shock con grave caduta di pressione arteriosa, pallore. Vertigini, svenimento, coma. Ansietà, palpitazioni, sudorazione

Come si diagnostica un’allergia alimentare? Quali test?

L’iter diagnostico deve sempre includere in primis un’attenta anamnesi individuale e familiare e successivamente, la conduzione di specifici test. I test più comunemente utilizzati sono:

  • Test cutanei come il Prick Test. Il valore di questa categoria di test è molto controverso in quanto non esiste nessuna validazione scientifica degli stessi ed i risultati non sono affidabili al 100%.
  • Test in vitro ovvero test di laboratorio basati sul prelievo di sangue come il Rast Test, l’ELISA: più affidabili dei precedenti, richiedono un prelievo di sangue per dosare le IgE sieriche* specifiche per i vari allergeni o alimenti. Questi test, pur essendo molto validi per una diagnosi certa, non determinano il grado di sensibilità all’alimento incriminato.

Anche la diagnosi di celiachia si basa sul dosaggio ematico di particolari anticorpi ed autoanticorpi, come la transglutaminasi anti-tissutale (tTGA, le più usate a fini diagnostici), gli anticorpi anti-endomisio (EMA, diretti contro le componenti delle cellule intestinali dell’organismo) e gli anticorpi antigliadina (AGA, rivolti verso componenti del glutine e meno importanti dal punto di vista clinico per l’alto tasso di falsi positivi). Se i livelli di questi anticorpi appaiono superiori alla norma, il paziente è probabilmente celiaco e per questo viene sottoposto ad ulteriori esami di accertamento, tra i quali il gold standard è la biopsia duodenale.

  • Test di eliminazione: viene prescritta al paziente una dieta che elimina uno o più alimenti sospetti per poi reintrodurli. Il bando dell’alimento sospetto dura dalle due alle sei settimane; passato questo periodo, lo stesso viene reintrodotto nella dieta. Intuitivamente, se i sintomi scompaiono nel periodo di eliminazione e ricompaiono al momento della reintroduzione dell’alimento, ci troviamo con ogni probabilità di fronte a un’allergia o un’intolleranza alimentare.
  • Test di provocazione orale: viene somministrato l’alimento in dosi frazionate per capire se è responsabile dei sintomi o meno.
  • Il breath test o “Test del Respiro” è un esame semplice, affidabile e non invasivo, utile per la diagnosi di intolleranza al lattosio.

Negli ultimi anni, si sono diffusi altri test, a dir poco non convenzionali, fondati su teorie prive di alcun fondamento scientifico. Tra questi rientrano il Vega Test, il Dria Test, lo York foodscan, il test Kinesiologico e perfino il test del capello.

E’ possibile curare le allergie alimentari?

Attualmente la gestione dell’allergia alimentare prevede la dieta di esclusione ed il ricorso ai farmaci di emergenza in caso di reazione avversa.

Nei casi in cui la dieta ad esclusione sia risultata inefficace o causi gravi limitazioni alla qualità di vita del soggetto, è auspicabile fare ricorso ad approcci terapeutici che possono curare le allergie alimentari.

Tra questi ci sono: l’immunoterapia allergene specifica (AIT), l’immunoterapia orale (OIT), l’immunoterapia epicutanea (EPIT), l’immunoterapia sottocutanea (SCIT) e la terapia biologica. 

Si deve tenere conto anche che, spesso, alla base delle allergie alimentari, si instaura la cosiddetta disbiosi, ovvero un’infiammazione cronica dell’intestino e quindi un’alterazione della normale flora batterica residente.

Pertanto è opportuno curare la disbiosi con integratori e fermenti probiotici.

Qual è la dieta da seguire in caso di allergie alimentari?

Come già accennato, la gestione dell’allergia alimentare prevede la dieta di esclusione. Il principio di tale dieta, si basa sull’eliminazione di un alimento o di una combinazione di alimenti sospetti per almeno due settimane.

Trascorso questo periodo, se i sintomi scompaiono si procede re-inserendo i cibi sospetti uno alla volta, partendo da quantità ridotte e tornando gradualmente alla dose standard.

Naturalmente, occorre testare tutti i cibi sospetti, per riconoscere ed evitare quelli che causano problemi.

Come scegliere gli alimenti?

La scelta consapevole degli alimenti, necessaria per prevenire i sintomi indesiderati delle allergie, è resa possibile anche dalle attuali normative in materia di sicurezza alimentare ed etichettatura.

 In particolare:

  • Per i prodotti alimentari confezionati acquistati è importante leggere attentamente le etichette: è obbligo della ditta produttrice, riportare in etichetta gli ingredienti, mettendo in evidenza (in grassetto o in carattere maiuscolo) gli eventuali allergeni presenti nell’alimento in questione.
  • Quando si mangia fuori casa o si acquistano prodotti alimentari sfusi nelle svariate attività di gastronomia, è importante informarsi sugli ingredienti e metodi di cottura, spiegare le particolari esigenze all’OSA* e consultare attentamente i menù ed i registri/cartelli ingredienti. Questi ultimi, vengono stilati seguendo la normativa vigente in materia di allergeni: nei menù, gli allergeni sono riportati accanto ad ogni preparazione, tra parentesi ed identificati da un numero che rimanda all’elenco dell’All.2 del Reg. UE 1169/2011. In alternativa, con apposita dicitura riportata sul menù, si invita il cliente a chiedere informazioni circa l’eventuale presenza degli allergeni. Per gli alimenti sfusi, i registri/cartelli ingredienti, riportano in grassetto o con carattere maiuscolo, gli eventuali allergeni presenti.

Le allergie alimentari sono sempre più comuni? Perché?

Le allergie alimentari stanno aumentando e la crescita si registra soprattutto nei Paesi occidentali; l’allergia, infatti, è considerata una patologia del mondo sviluppato. È un problema emergente al quale non si riesce ancora a dare una spiegazione ben precisa ma con tutta probabilità, i motivi di questo aumento, vanno ricercati nel cambiamento del nostro stile di vita: se da un lato è aumentato l’inquinamento ambientale, dall’altro il nostro sistema immunitario non è quasi più messo duramente alla prova dai microrganismi.

L’alimentazione, infatti, a partire dallo svezzamento, è cambiata totalmente e predilige sempre più il cibo industriale, pertanto cibo “sterile”.

Per fare un esempio pratico: la verdura dell’orto, anche se lavata bene, avrà sempre la sua carica microbica; se mangiamo la verdura confezionata del supermercato, lavata con il cloro, non ha più microbi.

I microbi aiutano il nostro sistema immunitario a funzionare bene pertanto sarebbe bene ritornare ai cibi più naturali e ai cibi semplici.

Infine, c’è la tendenza sempre più diffusa ad acquistare e consumare cibi esotici, cibi che non fanno parte della nostra tradizione culinaria e queste novità, a tavola, possono innescare reazioni impreviste.

 

Differenza tra allergia e intolleranza.

L’ALLERGIA ALIMENTARE è una sintomatologia scatenata entro pochi minuti dall’assunzione di un determinato alimento o gruppo di alimenti (da 2-3′ a 30-120′).

È mediata immunologicamente ed i sintomi sono scatenati dall’assunzione anche di piccole quantità dell’alimento responsabile. 

L’INTOLLERANZA ALIMENTARE è una sintomatologia legata alla quantità dell’alimento assunto, all’assunzione continua e frequente e determinata da particolari molecole presenti negli alimenti oppure da disfunzioni dell’apparato digerente (deficit enzimatici).

I sintomi spesso sono sovrapponibili a quelli dell’allergia ma se ne differenziano perché non coinvolgono il sistema immunitario ed hanno comparsa tardiva, a volte anche dopo alcuni giorni dall’assunzione. Tra le intolleranze alimentari la più diffusa è l’intolleranza al lattosio. 

CONCLUSIONE 

Il tema della salute e l’alimentazione sono molto importanti. Noi di Mr.Sciocco abbiamo come obiettivo quello di restituire la gioia e il piacere del gusto a chi segue una dieta speciale, per farlo riteniamo che sia fondamentale trattare l’argomento con professionalità e sensibilità

Ecco perché abbiamo deciso di avere uno spazio dedicato dove condividere informazioni sul tema dell’allergia e l’alimentazione con il supporto di professionisti del settore. 

Ringraziamo per questo articolo,  il prezioso contributo della Dott.ssa Daniela Carrisi, consulente igiene, qualità e sicurezza alimentare

Infine, ricordiamo che se sospetti di soffrire di un’allergia o intolleranza alimentare di rivolgerti al tuo medico. 

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